La pastiera napoletana, antichissimo
dolce pasquale partenopeo, è una torta di
pasta frolla, farcita con un impasto a base di
ricotta,
grano bollito nel latte,
uova,
cannella,
vaniglia,
acqua di fiori d'arancio e
frutta candita.
La frolla della pastiera è croccante e friabile, il suo ripieno è morbido e di un
colore giallo oro molto intenso, mentre il suo sapore e il profumo variano a seconda degli aromi utilizzati nella preparazione.
La
versione classica della pastiera napoletana prevede che gli aromi utilizzati siano cannella, scorza di limone, canditi, vaniglia e l’acqua di fiori d’arancio, mentre le varianti moderne, più o meno azzardate, prevedono l'inserimento di altri ingredienti come la
crema pasticciera o le
gocce di cioccolato.
Numerose sono le versioni rivisitate di questo dolce: dal
cocktail di pastiera scomposta alle
mini pastiere con odori di Sicilia, passando per la
pastiera sferica.
Ma quali sono le origini di questo dolce? Il nome pastiera sembrerebbe derivare dall’abitudine di utilizzare, al posto del grano bollito nel latte, la pasta cotta. Ancora oggi ci sono ancora massaie che preparano la pastiera napoletana utilizzando paste del tipo spaghetti o capellini.
L’
origine della pastiera è molto antica e la si può far risalire ai culti pagani, quando questo dolce veniva preparato per celebrare l’arrivo della primavera. Nel tempo è diventata invece il dolce pasquale per eccellenza. Un'antica leggenda narra che la
sirena Partenope fu la creatrice di questa delizia, probabilmente legata al culto di
Cerere, le cui sacerdotesse portavano in processione l’uovo, divenuto simbolo di rinascita nella tradizione cristiana. Sembra poi che l'attuale ricetta della pastiera napoletana sia stata
perfezionata dalla tradizione cristiana nei conventi e divennero celebri soprattutto le pastiere preparate dalle suore del
convento di San Gregorio Armeno.